1970 - Nel 1970 la proposta agonistica della Gori si concentra su di un 50 da cross, motorizzato Minarelli e abilmente potenziato sino a raggiungere 8,5 cv, ma grazie all’adozione dei motori Sachs, la produzione di “serie” amplia la sua gamma.
Nella classe 50 una nuova versione Sachs affianca il più accessibile Minarelli.
Trattandosi di una produzione estremamente limitata, ogni moto veniva realizzata e montata pezzo per pezzo, su richiesta, era possibile elaborare ulteriormente il motore Minarelli adottando un nuovo gruppo termico predisposto per il raffreddamento ad acqua, sul tipo di quello in uso sulla Tecnomoto e prodotto dalla Simonini.
Quest’ultima modifica, sicuramente efficace nelle gare in pista della categoria Cadetti, per le quali la Gori allestì un modello molto aggressivo, non si prestava però ad un uso fuoristradistico.
Pur se solo da cross, venne allestito e proposto anche il nuovo 125 motorizzato Sachs.
Il prototipo di tale moto nacque installando direttamente un motore nel telaio del collaudato cinquantino e completando la ciclistica con sospensioni, mozzi e pneumatici di maggiori dimensioni.
Grazie alle sapienti attenzioni di Giancarlo Gori, il motore Sachs a cinque marce raggiungeva 19,5 cv a 9600 gm e puntava dritto alla vittoria.

1971 - Durante l’intera fase del collaudo, seguito personalmente da Giancarlo e Vasco Gori, il motorista Luciano Calosi ed i meccanici Aldemaro Rofi e Carlo Dagnino, il nuovo 125 da cross arrivò ben presto ad erogare oltre 20 cv alla ruota.
Grazie anche alle acrobatiche doti di guida del pilota collaudatore Giovanni Landi, questa Gori 125 prototipo ottenne numerosissimi successi, ma si dimostrò difficile da guidare per via della notevole potenza mal bilanciata da un telaio troppo leggero.
Ogni qualvolta si apriva bruscamente il gas sembrava di essere in sella ad un cavallo imbizzarrito.
Per aumentare la sua guidabilità e rendere la Gori 125 più performante fu realizzata una ciclistica completamente nuova che permise di compiere un altro importante passo avanti.