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Gabor (1976 – 1980)
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L’avvento di questa seconda serie fu comunque tardivo rispetto alle possibilità di questa piccola fabbrica che inseguiva un sogno ormai non più realizzabile.
Costruire una moto così sofisticata e mantenere il mezzo al costante passo con i tempi richiedeva, già allora, costi che sola una grande industria avrebbe potuto sopportare.
Guido Borghin, che oltre la stoffa del buon pilota aveva le qualità del vero imprenditore, percepì immediatamente l’antieconomicità delle sue moto rispetto ad un mercato già fortemente contratto e preferì chiudere in bellezza anziché trascinare tutto il gruppo in una lenta, ma inesorabile agonia.
La vita della Gabor fu intensa, ma breve. Nel 1980 l'epidemia che da tempo attanagliava il settore non risparmiò nemmeno questa fulgida stella del firmamento della motoregolarità, ed anche per lei fu decretata irrimediabilmente la chiusura.

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