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Capriolo (1951 – 1964)
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Nacque appunto in quel periodo il nuovo Capriolo 75 Turismo Veloce (2° Tipo), con ancora il telaio in lamiera stampata e forcellone oscillante, ma di foggia più classica, a culla chiusa semplice con un solo montante superiore, entrambi in posizione centrale, ed un nuovo forcellone posteriore, sempre in lamiera stampata e scatolata, sul quale lavoravano due ammortizzatori idraulici.
Tutte queste novità stilistiche e tecniche, si evidenziavano nel nuovo serbatoio di forma classica, non più avvolto dalle due fasce laterali del telaio.
Il parafango posteriore avvolgente, conteneva le due tabelle portanumero.
Completamente ridisegnato anche il motore, sia nel profilo ovale dei carter con coppa dell’olio integrata, identici al modello da 125 cc, sia nella disposizione degli organi interni, rinnovati in toto, tranne la camma frontale e le misure di alesaggio/corsa (47mm x 43mm, pari a 74,6 cc).
Partendo da questo modello, furono approntate nuove moto irrobustite nel telaio, dotate di nuovi mozzi fatti al tornio, ricavati dal pieno e simili a quelli della Gilera.
I molleggi anteriori furono sostituiti e migliorati grazie all’adozione delle già rinomate Bonazzi, di Bologna.
Il motore, che nella versione di serie era equipaggiato con il cambio a quattro marce, comandato dal lato destro e leva d’accensione sul lato sinistro, fu ulteriormente potenziato sino a raggiungere 5,5 cv a 6.800 g/m, ma iniziarono anche i primi test con il nuovissimo cambio a 5 marce che, da solo, era capace di fare la differenza con la pur agguerrita concorrenza.

Per sopperire ad eventuali carenze del modernissimo cambio, venne introdotta una vistosa novità.
Poiché il selettore era ubicato in posizione esterna,  aveva il suo punto debole in una piccola, ma indispensabile forcella, facile a rompersi.
In quest’ultimo e malaugurato caso, il pilota poteva disporre della possibilità di inserire le marce manualmente, utilizzando un perno con tanto di maniglia cromata, che usciva dal motore, sul suo lato posteriore destro.
La versione da 125 cc (55mm x 52mm, pari a 123,5 cc), con il rapporto di compressione di 8:1, erogava 8 cv a 6.500 g/m.
L’impulso fu notevole e sia il Capriolo 125 di Carlo Moscheni che il Capriolo 75 di Jolao Strenghetto, alcuni mesi più tardi, conquistarono entrambi una splendida medaglia d’oro alla Sei Giorni di Garmisch-Partenkirchen (22/27 settembre).


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