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Capriolo (1951 – 1964)
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1957 - Nel 1957 la fabbrica Aeromere produceva a pieno regime e, con le sue più recenti versioni del Capriolo, era presente e ben rappresentata nelle due cilindrate cardine della ormai prossima motorizzazione di massa, un potente e competitivo 125 cc e un affidabile e grintoso 75 cc.
I risultati di questo impegno non tardarono ad arrivare; nelle sempre più affollate gare locali, il nome Capriolo si affermava con un crescendo inarrestabile e iniziò a ben figurare anche nelle prove internazionali.
Sia alla Valli Bergamasche (28/30 giugno), che alla Sei Giorni di Spindleruv Mlyn, (15/20 settembre), il migliore fu ancora una volta Jolao Strenghetto, proprio in sella alla nuova Capriolo 125, derivata dal modello stradale, ma opportunamente modificata dai tecnici trentini.
La sua forza si fondava su di un ottimo tiro a basso regime, abbinato alla particolare leggerezza, che rendeva la moto competitiva proprio nei percorsi duri e pieni di difficoltà.

1958 - Nel 1958, superata la fase del collaudo, a Trento, fu deciso di aumentare l’impegno agonistico affiancando all’ottimo Strenghetto, altri piloti affermati, già allenati alle fatiche che erano chiamati a svolgere.
La scelta si dimostrò vincente e proprio da quest’anno ebbe inizio l’ascesa del marchio nelle graduatorie internazionali.
La disciplina del fuoristrada era nuovissima e per molti versi sconosciuta; poter ascoltare i suggerimenti di chi, quelle gare le aveva già praticate e ne conosceva le difficoltà, permise di effettuare tutti quei particolari interventi capaci di offrire al pilota un mezzo sempre all’altezza delle sue necessità.
Il contributo dei nuovi piloti, come i bergamaschi Carlo Moscheni, Gianni Perini ed Alessio Gualdi (il papà di Bernardino e Franco), non si limitò quindi ai campi di gara, ma si rivelò anche un’ottima consulenza già in fase progettuale.
Quando Carlo Moscheni venne convocato a Trento, per provare la moto con cui avrebbe dovuto partecipare alla Sei Giorni, fece in pochi giorni quello che i tecnici non avevano fatto in alcuni anni.
Dopo un rapido giro del piazzale, la moto proposta venne scartata perché più adatta ad una gimkana che al fuoristrada.
Le moto infatti erano state tagliate al centro ed accorciate di circa 10 cm per poter meglio muoversi tra i birilli (gare che allora erano di gran voga), ma non erano realisticamente attrezzate per una gara come la Sei Giorni.


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