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1953 – Il modello Gran Sport da 160 cc, con un gruppo termico più ampiamente alettato, la sua maggior potenza, il cambio a quattro rapporti, i mozzi in alluminio a tamburo laterale, di grandi dimensioni, il telaio a doppia culla ed una ciclistica più robusta, attirò l’attenzione degli appassionati che, artigianalmente, lo trasformarono per partecipare alle gare di Regolarità.
Osservando le poche foto di quegli anni, si nota la marmitta ancora bassa, il manubrio a corna di bue, i parafanghi leggermente rialzati e la tabella portanumero anteriore, collocata in posizione inclinata, direttamente sul parafango.
Dalla staffa di supporto della tabella portanumero applicata al parafango, sporgeva in avanti una piattina sagomata che passava a pochi millimetri del copertone e serviva a liberare la ruota dal fango.
Nel tentativo di dare aria al motore, che, sotto sforzo, mostrava segni di surriscaldamento, al pari del modello da pista, fu eliminata, con un largo foro, tutta la copertura del volano sul carter laterale destro.

L’esperimento, di per sé idoneo allo scopo, si dimostrò inadatto alle difficoltà del fuoristrada, per l’evidente impossibilità di superare un guado od affrontare un temporale in un bosco, e fu rapidamente accantonato.
Alla 6° edizione della Valli Bergamasche (Bergamo – Lovere  9 agosto), tutte le quattro Sterzi da 160 cc iscritte nell’ordine di partenza, portarono a buon fine la prova.
Il migliore del gruppo fu Carlo Blumer, 14°, seguito da Italo Milani, 18°, Gilberto Milani, 22°, e Sergio Maspes, 25°.
Blumer, in squadra con Giacomo Rossi e Carlo Ubbiali, contribuì alla vittoria del Moto Club Bergamo, nella classifica per Club.



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