A far parte della prima squadra ufficiale della Parilla furono chiamati Giampiero Martinelli, Luigi Gorini e Giuseppe Rottigni.
Dopo un lento ma continuo crescendo, la Parilla culmina la sua parabola nel 1959, illuminando il firmamento della Motoregolarità con una seconda serie ulteriormente migliorata della sua 125 a quattro tempi, realizzando una moto di grande prestigio.
La Parilla era decisa al confronto con le sue dirette avversarie e mise in campo un modello studiato e realizzato specificamente per il fuoristrada, nel quale i suoi tecnici concentrarono tutta la loro esperienza.
Come di consueto in quegli anni, si trattava di autentiche macchine da corsa messe a disposizione esclusivamente dei propri piloti ufficiali.
Solo sei esemplari, derivati dal modello Scrambler, commercializzato sul mercato americano, ma con un motore ed una ciclistica studiati e realizzati solo per quei sei pezzi unici.
Telaio a doppia culla ben equilibrato e robusto, forcelle anteriori Bep a perno avanzato con steli protetti da soffietti in gomma, ammortizzatori posteriori Ceriani, mozzi in alluminio a smontaggio rapido, parafanghi e tubo di scarico alti, gomme artigliate, manubrio alto e sella ad hoc.

Il serbatoio sdoppiato con bauletto porta attrezzi in cuoio, era dotato di innesti a incastro e sganciamento rapido.
Una grande e moderna scatola filtro permetteva unottima ventilazione del carburatore; la sua manutenzione era garantita da un comodo coperchio laterale.
Persino il motore era un concentrato di novità e raffinatezze:
un solido quattro tempi aste e bilancieri, 54 x 54, con cilindro e testa in alluminio, quattro rapporti ed accensione a volano magnete, la cui manutenzione era semplificata al massimo per mezzo di interessanti scelte progettuali.
Laccesso e la sostituzione rapida del cambio, dei dischi della frizione e di altre parti vitali del motore era studiato con cura e realizzato con maestria.
Il cambio era estraibile dal lato sinistro semplicemente smontando un coperchio con quattro viti.
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