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O.C.M.A. – Devil (1953 – 1957)
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Il capiente serbatoio, diviso in due in due scomparti stagni, come tutte le più belle fuoristrada dei tempi, era impreziosito da un sontuoso bauletto porta attrezzi in cuoio.
Il telaio, compatto e moderno, era identico alla versione stradale, tubolare a doppia culla, presentava solo una leggera modifica per ospitare un bel porta gonfleur sul lato posteriore sinistro.
Le solide forcelle telescopiche erano dotate di una comoda manopola per dosare la durezza dello sterzo; i grandi mozzi in alluminio a perni sfilabili rendevano il mezzo efficiente ed affidabile.
Non mancava una bella protezione attorno alla parabola del faro, un solido cerchio in metallo.
Altri due bauletti in lamiera, posti lateralmente nella parte centrale del telaio, permettevano di trasportare una dotazione completa di ferri e ricambi.
Il motore, compatto e solidamente ancorato al telaio, aveva il cilindro in ghisa sormontato da una strana testa in alluminio, sensibilmente diversa rispetto alla versione stradale.
Più larga e soprattutto più lunga, rispetto all’area del cilindro, era in grado di garantire un rapido smaltimento del calore anche nelle condizioni più difficili.
Il cambio era a quattro rapporti, il carburatore, un bel Dellorto con filtro in alluminio e paglietta in acciaio.

La sella monoposto, vecchio tipo con molleggio idraulico, d’uso corrente dati i tempi (vedi Laverda) sta a dimostrare di quanto fosse viceversa evoluto il mezzo rispetto all’epoca di cui si parla.
Malgrado la moto avesse molte possibilità di ben figurare, due anni sono un tempo oggettivamente troppo modesto per sviluppare e collaudare un progetto.
A fronte di tanti piccoli successi individuali o parziali, la Devil non riuscì mai a cogliere la vittoria definitiva e, come abbiamo purtroppo dovuto constatare in molti casi analoghi, proprio nel momento in cui la Devil avrebbe dovuto cominciare a raccogliere il frutto delle sue fatiche, cessò improvvisamente ogni attività.
La Devil fu un’autentica meteora nel mondo delle due ruote; nacque e morì nel giro di soli quattro anni.
E’ difficile sapere con certezza perché la Devil scomparve così rapidamente dalla scena, ma più di un testimone di quei tempi ha puntato dritto il dito verso quel motore a due tempi da 160 cc, così simile, forse un po’ troppo, al motore MV 150, che negli stessi anni veniva prodotto dalla concorrenza.

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