-
O.C.M.A. – Devil (1953 – 1957)
-
pagina
1 | 2 | 3
page
-
-
15 photos in the portfolio
-
-
La O.C.M.A. – Devil, fabbrica metalmeccanica in quel di Fiorano al Serio, un paese a due passi da Bergamo, era operosa e attiva sul mercato già prima della seconda guerra mondiale, con stretti contatti con l’Ansaldo.
Alla fine del secondo conflitto mondiale, si specializzò nella produzione di ingranaggi e fu apprezzata per la qualità dei suoi prodotti, tanto da poter annoverare fra i suoi clienti anche la torinese Fiat, che, a quei tempi, era una fabbrica di prim’ordine.
Nel 1953, sull’onda del successo commerciale, la dirigenza decise di intraprendere anche la produzione di motociclette e, in breve tempo, si presentò sul mercato con differenti modelli, tutti naturalmente in versione stradale.
La Devil produsse sia dei motori a 4 tempi, nella duplice versione Turismo e Sport, per la cui progettazione si avvalse del valido contributo dell’ing. Soncini, ma si distinse nel mondo del fuoristrada con un bel due tempi da 160 cc.
Sicuro e potente, venne portato in gara con discreto successo da noti piloti bergamaschi, come Luciano Dall’Ara, Lino Cornago, Luigi Gualdi (padre dei famosissimi Bernardino detto Tino e Franco Gualdi), Angelo Tadini e Aldo Carrara.

L’approccio iniziale fu naturalmente complesso; dopo una serie di tentativi durante il 1954, anno di prova e di sperimentazione, la Devil decise di partecipare ufficialmente alle competizioni in fuoristrada nel 1955 e nel 1956.
La squadra che portò in gara questo poderoso due tempi fu composta da Luciano Dall’Ara, Luigi Gualdi, Aldo Carrara e Giuseppe Rottigni.
Per l’occasione vennero realizzati alcuni esemplari appositamente studiati per le gare di regolarità.
Anche in questo caso si parte da un modello stradale, abilmente trasformato per l’utilizzo in fuoristrada.
La trasformazione fu completa, interessò sia la ciclistica che il motore, ma non fu mai esasperata; la moto venne elaborata in modo equilibrato, con grande attenzione ai dettagli e particolare cura nella ricerca delle soluzioni migliori.
I parafanghi, ad esempio, vennero sollevati rispetto alle ruote, ma di pochi centimetri.
Il tubo di scarico usciva basso sulla destra come le stradali, ma la marmitta piegava verso l’alto nel posteriore.

-
-
-
-
-
-
1 | 2 | 3