1982 – Il monoammortizzatore posteriore costituì, infatti, la novità della nuova stagione, e l’evoluzione delle Ancillotti continuò senza sosta.
L’Ancillotti Tau 125 PST RG, ad esempio, aveva le carte in regola per affrontare da protagonista una competizione.
Il motore Tau lamellare, raffreddato ad acqua, vantava la potenza di 31 cv a 10.900 gm, ed era dotato di cambio a sei marce, frizione a dischi multipli in bagno d’olio e carburatore Dell’Orto PHBE36SS.
Telaio a doppia culla in tubi d’acciaio 25CrMo4, serbatoio in polietilene reticolato, forcelle Marzocchi Piffero PazTi con foderi in magnesio e steli da 40mm, monoammortizzatore posteriore Corte e Cosso olio/gas, mozzi conici Grimeca, leve e comandi Tommaselli.
Il motore Tau, nelle due versioni dotate di raffreddamento ad aria o ad acqua, fu utilizzato sino al 1985, ma furono sperimentati anche i nuovi motori Villa, Minarelli e Franco Morini, in tutta la gamma delle cilindrate prodotte.
Come si può ben vedere, la produzione degli ultimi anni fu ricca di contenuti tecnologici, ma va ricordato però, che fu estremamente ridotta nei numeri.
Pochi esemplari molto curati, non sempre uguali l’uno all’altro, frutto di una produzione strettamente artigianale e destinati ad un uso decisamente agonistico.

1983 – Con il 1983 anche nella versione da 80 cc, fu esteso il sistema di raffreddamento ad acqua.
L’Ancillotti Minarelli 80 PS RG, era dotato infatti del motore Minarelli  MR6, raffreddato ad acqua, spremuto al massimo delle sue potenzialità, con con la corsa di 44 mm ed un alesaggio di  48 mm, raggiungeva la cilindrata di 79,6 cc.
Con il cambio a sei marce, l’accensione elettronica e il carburatore Dell’Orto PHBH 30 BS, erogava la  potenza di 18 cv a 12.500 gm.
Telaio a doppia culla in tubi d’acciaio 25CrMo4, serbatoio in polietilene reticolato, forcelle Marzocchi Piffero PazTi con foderi in magnesio e steli da 35mm, monoammortizzatore posteriore Corte e Cosso olio/gas, mozzi conici Grimeca, parafanghi Ufo, portafaro Acerbis Elba, manubrio, leve e comandi Tommaselli.