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1976 – Il 1976 cominciò, quindi, all’insegna di questa grande novità, il telaio più alto e con tutto il retrotreno ridisegnato al fine di avanzare gli attacchi degli ammortizzatori, sensibilmente più lunghi, e maggiormente inclinati.
Rispetto alla precedente versione che terminava con due tubi separati che fungevano anche da estremo attacco del parafango posteriore, il finale era chiuso con un archetto che garantiva anche una maggior tenuta del parafango.
E poi ancora, mozzi conici Grimeca, forcelle Marzocchi e parafanghi Preston.
La consuetudine dell’Officina Polini di preparare le Ancillotti da competizione, sia per i piloti ufficiali che per i privati, diede vita ad una produzione parallela e di punta, in quel di Alzano Lombardo, che affiancò la produzione di serie, con una linea di moto ulteriormente elaborate e particolarmente competitive.
Il radicale intervento della Polini Motori, favorì la diffusione del marchio Ancillotti fra la clientela privata, che si mise in luce nei Trofei minori, dove la presenza di queste moto fu sempre molto diffusa, ma, ai massimi livelli,  non sempre arrivaro i buoni risultati.
Rispetto alla produzione di serie, il 50 ed il 75 Polini, venivano allestite sulla base del nuovo telaio della 125, come si poteva ben vedere dallo spazio tra il carter motore e la culla del telaio.
Ad Alzano Lombardo fu inoltre messo a punto un nuovo cambio a sette marce, adatto ai piccoli carter del Sachs 50, sicuramente in grado di aumentare le performances dei  50 e dei 75 di nuova generazione, sino a metterli alla pari delle marche più quotate.

Il progetto, frutto dell’ingegno di Carlo Polini, consisteva in uno speciale alberino con selettore, su cui erano montati i sette ingranaggi, tutti leggermente più stretti degli originali, per far posto alla settima marcia.
Carlo Polini affidò poi, all’amico Egidio Bosconi, disegnatore meccanico di Piacenza, l’incarico di stendere tutti i disegni, ed è per questo motivo che gli ultimi esemplari di questo leggendario cambio sono stati trovati proprio a Piacenza.
Il cambio a sette marce, adatto quindi a tutti i motori Sachs, fu commercializzato direttamente e singolarmente dai F.lli Polini, e fu utilizzato da molte altre moto di quei tempi, come, ad esempio l’ultimo Rond - Nello 50.
La “preparazione Polini” veniva completata con le forcelle Marzocchi TF1, con steli da 35 mm e 200 mm di corsa, ammortizzatori Marzocchi a gas, corsa 50 mm, cerchi Akront bollo verde, mozzi conici Grimeca scomponibili, pneuamtici Metzeller da 3,00 x 21 davanti e 4,00 x 18 dietro.
In alternativa furono testati anche gli ammortizzatori Girling a gas, ma senza ottenere particolari miglioramenti.
Rispetto ai primi esemplari del 1975, che avevano lo scarico laterale con uscita sul lato destro, all’altezza del cilindro, sui modelli del 1976 fu montato, sempre sul lato destro, un nuovo scarico più elevato e molto meno ingombrante, che passava sotto il serbatoio.
Va però precisato che, poiché il nuovo gruppo termico da 75cc, con i relativi accessori, fu commercializzato direttamente e separatamente dalla Polini Motori, questa trasformazione finì per essere utilizzata dai privati direttamente sulle proprie moto, ed è quindi possibile ritrovarla in soluzioni differenti da quelle canoniche.


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