Per il mercato italiano, vennero realizzate meno di dieci moto, mentre una quota minima di 83 pezzi del modello da cross 250cc MX venne venduta sul mercato tedesco, grazie ad una brillante stagione che confermò la HMT al primo posto anche nel Campionato tedesco di cross Junior.
Questo sorprendente risultato fece meritare alla HMT una prova comparativa con l’avveneristica Honda CR 250 RB, raffreddata ad acqua, sulla nota rivista Das Motorrad (febbraio 1981).
L'articolo definiva la moto che ha vinto il campionato junior, essenziale quasi povera, ma con un motore generoso all'altezza della situazione e la guidabilità di un 125; una moto spartana, ma capace di grandi performances.
Anche sulla rivista Motocilismo, Speciale Fuoristrada, dell'ottobre 1980, tra le foto della produzione mondiale dei modelli cross, vennero citati sia il modello 250, motorizzato Sachs 5 marce, che il modello 500 (marcato HMT) motorizzato Villa 500, ma la storia della AMR era ormai giunta al suo epilogo.

1981 – Nel 1981, privata di ogni risorsa economica, la AMR chiuse defnitivamente i battenti, non prima di avere assemblato 5 moto Simonini, del modello 250cc MX, con raffreddamento ad acqua, frutto di un ultimo e fortuito, regolamento di conti.
Tutto il magazzino (ruote raggiate e non, Grimeca, Akront, 223 Kg di corone, scatoloni di plastiche, motori, ricambi e marmitte) venne disperso per poco o nulla.
Adesivi depliants e tutto il resto, foto comprese, furono bruciate in un bidone di lamiera, come atto finale di un’esperienza importante, ma con un epilogo troppo amaro.
Dell’intera avventura motoregolaristica restò veramente poco; si salvò solo l’importante know-how acquisito nella lavorazione della plastica.
Il marchio AMR continuò infatti a vivere proprio grazie alla conversione della produzione e l’attività proseguì con successo, anche se in un settore molto lontano dal mondo della moto e delle competizioni.
Ancora oggi la AMR è un’azienda affermata nello stampaggio della plastica, con una rilevante attività produttiva.