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Mazzilli (1969 –1977)
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Come è noto Giorgio si ispirò molto alle due tempi del nord Europa e di vaghi, ma certi richiami alle regine di allora è caratterizzata tutta la sua produzione che ciò nonostante conservò sempre anche una sua spiccata originalità.
Sin dalla sua prima moto Giorgio Mazzilli trasfonde tutta la sua esperienza agonistica ed appare evidente la struttura di un progetto attentamente studiato e realizzato con grande cura.
Tre esemplari di questa moto parteciparono alla XXII edizione della Valli Bergamasche che si corse il 27 e 28 giugno 1970 in un diluvio di pioggia, e pur non competendo per la vittoria conseguirono l’ottimo risultato di arrivare tutte e tre sino al traguardo.

A cavallo fra il 71 ed il 72 realizza anche un modello da 50 cc, che conserva la linea e le architetture delle sue sorelle maggiori, ma si differenzia per il motore a sei marce ed i tubi del telaio talmente sottili e leggeri da risultare fin troppo fragili.
Nel durante del 1972 viene messa in produzione una seconda serie che si differenzia dalla precedente, oltre che per il motore a sei marce con accensione elettronica, per la particolare ubicazione del filtro dell’aria.
Quest'ultimo viene alloggiato nel serbatoio della benzina, che cambia conseguentemente forma, e comunica con il carburatore attraverso il telaio. Per ottimizzare il collegamento, il tubo superiore del telaio viene sostituito con un trave scatolato di dimensioni abbastanza grandi, che, attraverso un buco posto in corrispondenza del carburatore costituisce il condotto sigillato dell’aspirazione.

Il serbatoio è ora in vetroresina, come la scatola filtro, mentre i parafanghi restano in acciaio.
La sostituzione del tubo superiore del telaio con un trave scatolato, di dimensioni leggermente inferiori, caratterizzerà anche i telai delle serie successive.
Viene anche adottata una nuova marmitta ad espansione con silenziatore sul terminale che, più compressa verso il telaio, ha un minor ingombro.
Di questa strana moto, che rappresenta un esperimento (non molto felice) nel suo genere, è tuttora conservato anche il primo prototipo (realizzato nell’inverno 1971/72), che costituisce un autentico anello di congiunzione fra le due serie.
Sul vecchio serbatoio si può notare, vicina alla borsa porta attrezzi, la voluminosa scatola del filtro, mentre sul manubrio è alloggiato un contagiri, utilizzato per verificare l’efficienza delle differenti marmitte ad espansione sperimentate.

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